
Pasquale Dante
Addio grande enrico
La scomparsa di Enrico Morbelli ha reso triste questo spazio. Con Enrico scompare un altro protagonista della storia del disciolto Partito Liberale. Enrico, con leggerezza ed allegria, portava il peso della Scuola di Liberalismo, finalizzata a diffondere, fra i giovani, l'interesse per una linea di pensiero complessa.
Enrico mi deve il piacere di qualche cassata siciliana, qualche gelato qui a Palermo e, sopra tutto, il contributo al pareggio dell'ultimo bilancio della Scuola. Rifarei per cento volte quelli ed altri adempimenti se potessi sapere di averlo attivo ed ancora impegnato per l'arduo compito che s'era dato e che riusciva a svolgere con leggerezza ed allegria.
L'unica speranza è che Enrico stia già a discutere con i protagonisti della nostra politica e con i grandi pensatori liberali: troverebbe certamente il modo di capire e farsi capire, valendosi di qualche stratagemma atto alla traduzione istantanea. Addio, grande Enrico.

Giovanni amendola
Purtroppo, nessuno si è ricordato che il 20 luglio del 1925, ovvero 100 anni fa, vicino Pieve a Nievole veniva brutalmente bastonato il Liberale Giovanni Amendola, ideatore di "Democrazia Liberale" e fermo oppositore del regime fascista, deceduto l'anno successivo anche per le ferite ricevute. Lo facciamo noi, nel nostro piccolo, ricordando che la camicia insanguinata di Amendola è custodita presso la Camera dei Deputati.

Venezia fra presente e passato
Per un Liberale è d'obbligo chiedersi se la ricchezza, oggi, stia nelle mani giuste: mani attente, meticolose, coordinate con una intelligenza vivida e capace di comprendere le necessità presenti e future della Collettività.
Einaudi in occasione in uno degli ultimi Suoi interventi, sorprese l'uditorio spingendosi a tessere le lodi dello speculatore, pronto a rischiare il proprio capitale, ad arricchirsi, ma anche a perderlo ed a ritrovarsi in miseria insieme a collaboratori e dipendenti, se le cose fossero andate male.
Sono stati in tanti a valorizzare i benefici effetti dell'evento, in termini di ricchezza indotta in città presso gli hotel, per via dello shopping e qualcuno, da sinistra, ha anche osservato che fattorini ed i camerieri di ristoranti, bar ed hotel avrebbero anche loro beneficiato di laute mance da parte degli invitati: nulla da eccepire, fatto sta che la cafonata te la puoi aspettare dal buzzurro che si è arricchito trafficando con la droga, non da chi dispone di miliardi arrivati grazie ad una buona idea.
L'atmosfera dolente di Venezia, con opere d'arte addormentate fra i liquami della laguna, e' il palcoscenico perfetto per i buzzurri e per i nuovi ricchi, entrambi insensibili all'odore della fogna, ed entrambi assolutamente incapaci di apprezzare le opere d'arte in agonia come la società che oggi le ospita. Il pubblico che adora gli uni e gli altri, corre con il potrtatile in mano per avere un selfie da postare subito sui social e dimostrare che, a quella cafonata , c'era, eccome se c'era...
30 Giugno 2025 Pasquale Dante

Le debolezze del santo padre
Che i Pontefici amino attribuirsi un nome che possa rappresentare al meglio la Loro attitudine è un dato incontrovertibile. Il Santo Padre che ci ha appena lasciato ha dato seguito, durante i 12 anni del Suo pontificato, alle aspettative che il nome di Francesco lasciava prevedere. Un Pontefice che preferisce viaggiare in fiat 500, capace di farsi capire anche dai tanti moderni analfabeti, disposto a chiedersi come mai non stia Lui in cella invece che i criminali e sopratutto attento agli ultimi, e' risultato subito in perfetta sintonia con i tempi che corrono, tempi che forse trascurano i penultimi ed i terzultimi tanto che dal ceto medio di base il passo alla povertà ed all'indigenza è ormai breve.
Nel settembre 1870 Ponza di San Martino ebbe il compito di recapitare al Pontefice di allora, Pio IX, una lettera di Vittorio Emanuele II che lo supplicava “ con affetto di figlio e fede di cattolico” di non opporre resistenza alla presa di Roma. Il buon Pio IX, che s'era attribuito un nome conciliante ma anche l'assolta infallibilità con la bolla “ Pastor aeternus” reagì dichiarando al latore della missiva: “ siete tutti un sacco di vipere, sepolcri imbiancati, mancatori di parola” Ciò detto, passò immediatamente alla scomunica del Savoia che ebbe subito ripercussioni a livello internazionale.
Conseguentemente, ritengo che il Santo Padre che ci ha appena lasciato, se avesse difeso i valori delle Sacre Scritture più che con suppliche con adeguato vigore, avrebbe meglio rappresentato il dolore delle fiamme che riserva l'inferno, limitando l'attitudine a crearne un secondo qui sulla terra.
A conferma del fatto che l'operato di Papa Francesco è stato valutato con il rispetto che merita anche dai Liberali, vi invito a leggere un comunicato stampa redatto da Michele D'elia, Presidente dell'Associazione dei Liberali, nella pagina a Lui dedicata.
22 aprile 2025 Pasquale Dante

Michele d'elia e lo studio del latino
Vi invito a visitare la pagina dedicata a Michele D'Elia, già Responsabile Organizzativo dell'Ufficio Scuola Nazionale del P.L.I. ( quello serio di una volta...). Vi troverete una proposta di legge, presentata alla Camera dei Deputati dal compianto on. Battistuzzi nel 1991, riguardante l'opportunità di riportare lo studio del latino nel curriculum della scuola media. Sono passati ben 34 anni e, finalmente, qualcuno si è accorto che quell'idea liberale potrebbe aiutare il Paese a tirarsi fuori dal decadimento ( non solo linguistico) in cui ci siamo cacciati.
Chi legge sa perfettamente che i Liberali sono sempre in anticipo su tutto: ha fatto bene Michele D'Elia a ricordarlo con un comunicato stampa ed, a seguire, con il riporto della legge da Lui scritta e consegnata a Battistuzzi per avviarne l'iter parlamentare, in quegli anni mai concluso.
L'introduzione a quel disegno di legge era rivolta ad una Comunità diversa, il tatuaggio lo praticavano solo alcune categorie disagiate, le inclinazioni sessuali rimanevano relegate entro le pareti domestiche, i media evitavano il turpiloquio, il Festival di Sanremo non era ancora palcoscenico dedicato alla esibizione di clown con apparato vocale guidato da computer, la Politica riusciva a demolire il muro di Berlino ed in America si votava di tutto tranne che gli squilibrati. Che lo studio del latino possa fare tornare, anche solo noi italiani, con i piedi per terra, mi pare difficile, tuttavia, poichè per giungere all'idea Liberale lo studio di qualunque cosa è essenziale, lo studio del latino sarà utile per organizzare una rivoluzione autenticamente liberale o, al peggio, per ritardare la nostra estinzione.
E’ scomparso Ralph Dahrendorf, un sociologo liberale in conflitto con l’autorità.
Giugno 2009
Nato ad Amburgo il primo maggio del 1929, Ralph Dahrendorf si è spento mercoledì scorso, 17 giugno, subito dopo avere compiuto gli ottanta anni di una vita di intenso amore per gli studi filosofici e sociologici, coronati con importanti riconoscimenti internazionali sia sul piano accademico che su quello politico, ove ha lasciato una traccia indelebile nel liberalismo internazionale.
Sul piano accademico, lo ricordiamo professore di sociologia ad Amburgo, Tubinga e Costanza dal 1958, dal 1974 al 1984 direttore della London School of Economics e dal 1987 al 1997 Amministratore del St. Antony College presso l’Università di Oxford, sul piano politico lo ricordiamo parlamentare liberale tedesco negli anni 1969 e 1970, Segretario di Stato del Ministero degli Esteri Tedesco e componente della Commissione Europea a Bruxelles dal 1970, Presidente d’Onore di Liberal International quando ne era Presidente Giovanni Malagodi, ed infine, sino ad oggi, Patron della stessa Associazione.
Acquisita la cittadinanza britannica dal 1988, nel 1993 fu nominato Lord a vita dalla Regina Elisabetta II e nel 1997, in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione, fu chiamato a presiedere il Congresso dell’Internazionale Liberale.
E’ evidente che, come liberali, dobbiamo molto a Ralph Dahrendorf per il contributo che Egli ha offerto, come uomo, come filosofo e come sociologo alla evoluzione del nostro pensiero.
L’Uomo Dahrendorf, a mio sommesso avviso, lo si scopre rileggendo il prologo da Lui tenuto alla Bocconi, in occasione dei cento anni della fondazione della Scuola.
In quella circostanza, egli ha rammentato con commozione il 1947 ed i suoi primi anni da studente presso l’Università di Amburgo, precisando innanzi tutto, che per i genitori operai l’università era rimasta un sogno lontano.
E nel seguire le sue prime lezioni, che erano quel sogno a lui concesso, a volte anche seduto sul davanzale della finestra dell’Aula o sul pavimento accanto al Docente dato il sovraffollamento e la mancanza di strutture, si riteneva comunque protagonista di una grande, meravigliosa avventura della mente.
Passione quindi per la conoscenza, ed approfondimento degli Studi come opportunità per sostenere il processo di crescita civile ed economica delle Nazioni.
Sul piano politico, filosofico e sociologico Dahrendorf, feroce oppositore di quanti consideravano la Libertà una semplice espressione verbale priva di contenuti politici conseguenti, ha elaborato una importante teoria dinamica del pensiero liberale, avversa al liberismo fondato sul capitalismo di debito ed attenta alla necessità di promuovere un mercato nuovo, entro il quale contemperare i legittimi interessi dei possessori di beni con quelli dei Cittadini consumatori di quegli stessi beni , evitando che questi ultimi potessero essere influenzati dai loro processi produttivi.
In questa lucida visione dei pericoli del mercato dominato dal primato del potere, dal forte condizionamento che esso esercita attraverso una visione coercitiva e relazionale fra i diversi gruppi dominanti in un contesto normativo ideato ed emanato per affermare criteri ed indici di “desiderabilita’” del prodotto, Dahrendorf denunciava il nuovo conflitto di classe fra i potentati detentori del potere legittimo, che lo sfruttano anche normativamente per indirizzarlo e comprimere ogni dissonanza, ed ogni sfera sociale destinata alla ricezione di quegli ordini.
Queste riflessioni, che ho sentito il desiderio di riassumere osando forse troppo, sono il concentrato del ricco patrimonio che Ralph Dahrendorf lascia ai Liberali del nostro Pianeta.
Superfluo avvertire come, proprio in Italia, ove il nuovo conflitto avvertito da Dahrendorf si manifesta giorno dopo giorno in tutta la sua potenzialità distruttiva, i iberali non abbiano ancora colto l’importanza di quella felice ed attualissima intuizione, unendo le loro forze per denunciarne i pericoli: tuttavia, ancora una volta con Dahrendorf, siamo costretti a registrare che per alcuni, la Libertà rimane una pura e semplice espressione verbale di comodo che, nonostante priva di contenuti politici, assolve quanti ritengono di militare in formazioni ideali che ad essa si richiamano, svolgendo così il poco nobile ruolo d’utili idioti asserviti al neo capitalismo autoritario da cui ricevono l’ordine perentorio di smetterla di pensare, riuscendovi, per altro senza sforzo, alla perfezione.

La tentazione del populismo che lambisce la chiesa
Per un liberale, guardare oltre rispetto il comune sentire è una necessità. Rimanere estranei ai sentimentalismi ed alla retorica non produce consenso, lo sappiamo bene, ma l'osservazione dei fenomeni con spirito critico ed indipendente è patrimonio genetico che consente, fra l'altro, un valido elemento di selezione, come afferma Franco Chiarenza, fra quanti affermano d'essere liberali non essendolo e quanti lo sono senza saperlo.
E' naturale che il fenomeno dell'immigrazione clandestina susciti commozione per le sofferenze e le tante morti in mare, anche di bambini o adolescenti. Incurante di ciò, qualcuno mugugna imputando ai nuovi arrivati alla civiltà occidentale colpe che non vale neppure la pena qui riassumere, tuttavia, a parte l'angoscia ed il dolore per tante morti innocenti, ciò che fa rabbia è la strumentalizzazione politica del fenomeno che lambisce anche la Curia.
Come dimenticare le tante stragi volute da altre fedi e, sopra tutto, come osare attribuire, di fatto, alla Madonna la qualifica di "impura" con la quale si appella ogni donna occidentale e non, per il solo fatto di vagare a capo scoperto?
Da liberale, poco attento alle imperscrutabili valutazioni di ordine Teologico, ho voluto consultare la Treccani per capire sino in fondo il concetto di Redenzione, tanto caro ed in uso presso la Religione Cattolica, ed ecco il risultato:"Nella dottrina cristiana le parole r. e riscatto si applicano specialmente all’opera di r. compiuta dal redentore Gesù Cristo a favore dell’umanità per liberarla dal peccato di Adamo: le due nozioni di peccato originale e di r. dipendono l’una dall’altra e sono alla base della concezione cristiana del mondo. A causa del peccato originale infatti tutti gli uomini si trovano, in rapporto alla vita soprannaturale per la quale erano stati creati, in uno stato di morte e, in rapporto a Dio, in uno stato d’inimicizia e di rivolta, essendosi fatti schiavi del male. La r. assicura pertanto agli uomini la riconquista della vita soprannaturale, il loro rientro nell’amicizia divina. L’insieme di questi benefici è il frutto dell’intervento in loro favore di Cristo."
25 dicembre 2022 Pasquale Dante
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